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Manutenzione archeologica a Legino

24 settembre 2014
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dunque… più o meno funziona così… i reperti archeologici sono di proprietà dello Stato… lo Stato non sempre ha i soldi per terminare gli scavi e per conservare i reperti archeologici sicchè alla fine il Comune ce ne mette un po’ dei suoi e chiede alla Fondazione Demari (che ringrazio davvero di cuore) di mettercene un po’ e alla fine l’insediamento romano ritrovato a Legino non verrà interrato e sarà protetto. Il lavoro non lo fa il Comune ma una ditta specializzata incaricata dalla sopraintendenza …. sì… più o meno funziona così….

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Riflessioni su Art.18

21 settembre 2014
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Ieri ho scritto un post su cosa è oggi l’art.18. Solo per dire che già oggi non c’è più il reintegro obbligatorio e anche se il datore di lavoro ha torto, il Giudice può disporre che non ci sia il reintegro ma solo il risarcimento.
Alcuni mi hanno chiesto cosa ne penso di questa ennesima discussione sull’art.18. Vi rispondo che aspetto di leggere il provvedimento che verrà presentato. Io non ho mai pensato, nemmeno quando facevo il sindacalista, che o art.18 o barbarie. Ci sono Paesi dove non esiste che tutelano benissimo il lavoro. L’ho invece difeso e con convinzione per un’altra ragione che a me pare invece sempre molto valida e molto attuale.

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Commemorazione Sandro Pertini

21 settembre 2014
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Ieri sera, vicino alla tomba di Pertini, dopo l’inno di Mameli, la banda ha intonato l’Internazionale. Brividi ed emozioni e dopo un attimo anche le voci compreso la mia stonatissima e quella di Anna Giacobbe e Renato Zunino oltre a quelle di diversi Compagni. Nostalgici… forse sì. Però la riflessione non è cosa avrebbe detto Pertini vedendo i giorni nostri. So che si sarebbe incazzato. La riflessione che ho fatto è che tutto quello che si temeva, con ragione, del Comunismo, povertà, assenza di libertà dell’individuo, eliminazione della classe media, sta accadendo con il Capitalismo e che le ragioni del Socialismo per il quale Pertini si è battuto, rivendicare insieme Giustizia sociale e Libertà individuale, sono quanto mai valide.

Licenziamenti nelle aziende sotto i 15 dipendenti

20 settembre 2014
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I Licenziamenti nelle aziende sotto i 15 dipendenti dopo la riforma Monti – Fornero
Le norme restano le stesse:
il licenziamento individuale illegittimo è sanzionato con un’indennità fra 2,5 e 6 mensilità
il licenziamento discriminatorio è sanzionato con il reintegro, senza onere della prova a carico del lavoratore, perché è il giudice stabilire se il licenziamento è discriminatorio.
A stabilire ciò era e resta l’articolo 3 della legge n° 108 del 1990, in base alla quale il licenziamento discriminatorio «é nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall‘articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300». E vale anche per i dirigenti.
Obblighi comunicativi
La riforma introduce come novità l’obbligo da parte di qualunque azienda di comunicare le motivazioni del licenziamento. E dovrà farlo per iscritto, in base all‘articolo 1 della legge 15 luglio 1966, n. 604 sui licenziamenti individuali.
Si tratta di un cambiamento rispetto a quanto previsto dall‘articolo 2 della stessa legge, secondo la quale il datore di lavoro doveva comunicare le motivazione del licenziamento solo se il lavoratore lo richiedeva: la richiesta doveva arrivare entro otto giorni dal provvedimento e l’impresa a quel punto aveva cinque giorni per far pervenire la motivazione scritta.
Adesso, più semplicemente, «la comunicazione del licenziamento deve contenere la specificazione dei motivi che lo hanno determinato».
Tempi del ricorso
Il lavoratore ha ancora 60 giorni per impugnare il licenziamento, ma ha solo altri 180 giorni per depositare il ricorso alla cancelleria del tribunale o per comunicare alla controparte la richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato, mentre prima aveva 270 giorni per il deposito in cancelleria (articolo 32, comma 1, della legge 4 novembre 2010, n. 183).
La precisazione sulla formulazione del licenziamento è importante perché la nuova norma prevede una diversificazione di diritti a seconda delle diverse tipologie di licenziamento.
Donne
Le leggi proteggono dal licenziamento e prevedono sempre il reintegro, anche sotto i 15 dipendenti, per le donne in gravidanza (decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151), o in concomitanza del matrimonio (decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198). Il periodo di protezione della “concomitanza con il matrimonio” va dal giorno delle pubblicazioni a un anno dalla celebrazione delle nozze.
È previsto il reintegro anche nel caso in cui il licenziamento sia ritenuto non valido perché comunicato in forma orale per tutte le aziende, anche sotto i 15 dipendenti.
Oltre al reintegro, il giudice stabilisce un’indennità «commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione, dedotto quanto percepito, nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative». In ogni caso questo risarcimento non può essere inferiore a cinque mensilità. Il datore di lavoro deve pagare anche i contributi previdenziali e assistenziali per il medesimo periodo.
Il lavoratore deve tornare al lavoro entro trenta giorni dall’invito del datore di lavoro in seguito all’ordine di reintegrazione. Se non lo fa, il rapporto di lavoro è risolto.
Il lavoratore, nel caso in cui non voglia tornare in azienda, ha diritto a chiedere in sostituzione del reintegro un risarcimento pari a 15 mensilità (senza contribuzione). La richiesta deve essere fatta entro 30 giorni dall’ordine di reintegro o dall’invito del datore di lavoro a rientrare.

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