la mia città

A me Savona piace . Mi piace il Suo essere sospesa tra la necessità e il desiderio del cambiamento e la voglia di restare quella che era . Un continuo confronto tra ciò che siamo o siamo stati e quello che diventeremo .

Mi piace lo scandalo ( o l’indifferenza ) con la quale si reagisce alla novità , tranne poi apprezzarla e adattarsi tutti rapidamente . La differenza che c’è tra come parlano di Savona i Savonesi ( sempre ipercritici ) e i turisti o le persone di passaggio ( sempre entusiasti ) .

Mi divertono le descrizioni di ciò che accade in Città da parte dei giornali ; certe mattine a leggerli sembra di essere a Calcutta . Caos , allarme, rivolta , le parole più frequenti sia che si parli di un semaforo rotto o di argomenti più seri e la serenità con la quale scorre la vita reale . Il fatto che i più anziani parlano in dialetto ai più giovani che a loro volta rispondono in italiano , capendosi perfettamente .

Mi piace che in una Città campione di mugugno , la maggioranza dei Cittadini fa qualcosa per gli altri . Decine di Associazioni di volontari , dalle antiche Confraternite per passare alle Società di Mutuo Soccorso fino ad arrivare alle Associazioni che danno una mano sui tanti problemi della nostra Società . Tutti disponibili a fare qualcosa con una generosità e un coinvolgimento senza uguali .

Questo siamo . Una Comunità che conserva i valori del passato e che è generosa .

Ma in un momento di crisi come questa corriamo il rischio di perderci . Di diventare altro da noi . Pessimisti , arrabbiati , sospettosi verso gli altri , spaventati . La crisi che pervade il nostro Paese e dalla quale non siamo esclusi non è solo economica ma anche sociale e culturale e certo non la possiamo risolvere da Savona . I nostri giovani si sentono senza un futuro e i nostri anziani sempre più soli mentre noi tutti siamo sempre più preoccupati .

L’Amministrazione Comunale resta per tutti , nel bene o nel male , l’unica Istituzione alla quale rivolgersi . Lontanissimo il Governo , a Genova la Regione , ormai ridotto a qualche Ufficio la presenza dello Stato ( e Uffici che tendenzialmente complicano la vita ai Cittadini invece di semplificarla ) .

Non possiamo cavarcela da soli se l’economia non riprende e lo Stato non si riforma ma nemmeno dobbiamo arrenderci . In questi anni abbiamo difeso i nostri servizi sociali e la rete della solidarietà e dell’aiuto ai più deboli . Le nostre scuole sono lì e funzionano grazie al lavoro degli insegnanti , alle politiche del Comune e all’aiuto dei Cittadini . Le attività culturali ci sono sempre . Non abbiamo spento le luci alla Città di fronte alla crisi .

Ora dobbiamo iniziare a guardare avanti , al futuro , al cambiamento . Mi piacerebbe guardarla anche con i vostri occhi, trasformarla insieme . La nostra città ma soprattutto la città dei nostri figli e di tutti quelli che la sceglieranno perchè dentro un futuro che costruiremo.