Campus Universitario e Comune per la smart city

1 aprile 2014
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Caro Livio, intervengo sulle pagine del tuo blog per riassumere in merito al progetto nel settore dell’energia sostenibile che è stato di recente portato a termine nelle strutture universitarie del Campus di Legino e per proporti qualche commento in merito ad una possibile evoluzione dello scenario cittadino, mirata all’aumento della qualità di vita dei cittadini savonesi, che un binomio forte Municipalità-Università potrebbe far scaturire.

Come sai, abbiamo da poco inaugurato al Campus di Savona la Smart Polygeneration Microgrid (SPM), primo esempio di microrete energetica intelligente in Italia, concepita e progettata dall’Università di Genova e realizzata da Siemens. Essa rappresenta un vero e proprio laboratorio per sperimentare la smart city, in futuro replicabile su più ampia scala.

 

La microgrid di Savona è “smart” perché in grado di gestire in modo efficiente l’energia prodotta al suo interno, bilanciando generazione e carichi con conseguenti risparmi economici e riducendo l’impatto ambientale dal punto di vista delle emissioni di CO2.

Paragonabile a un quartiere cittadino con funzioni urbanistiche differenziate, il Campus è ora quasi completamente autonomo per consumi elettrici e riscaldamento. Questo risultato è ottenuto grazie al collegamento di diversi impianti di generazione, rinnovabili e ad alta efficienza, governati da un software centrale, per una capacità complessiva di 250 kW elettrici e 300 kW termici.

Una gestione dell’energia intelligente è il presupposto per mettere al sicuro la nostra rete elettrica nazionale, ridurre gli sprechi e, importantissimo in questo momento storico, abbassare i costi della bolletta.

 

Il cuore della microrete di Savona è la sala di controllo situata sempre all’interno del Campus. Da qui è possibile supervisionare l’intero sistema e garantirne la gestione intelligente, seguendo strategie operative ideate e validate con successo dall’Università di Genova.

La piattaforma di energy management che sovrintende l’intera infrastruttura permette di prevedere i consumi globali, la generazione da fonte rinnovabile e di effettuare la pianificazione dell’esercizio, controllando in tempo reale le unità di generazione tradizionali presenti in campo ed  ottimizzando i cicli di carica e scarica dei sistemi di accumulo per valorizzare al meglio la produzione da fonte rinnovabile.

 

All’impatto positivo sull’ambiente dovuto alla riduzione complessiva delle emissioni di CO2, stimabile in 120 tonnellate/anno, si uniscono vantaggi anche dal punto di vista economico. Prima di tutto per quanto riguarda la gestione corrente, in quanto, grazie all’energia elettrica e termica autoprodotte, è possibile ridurre considerevolmente i prelievi di elettricità dalla rete esterna e il consumo di gas nelle caldaie tradizionali per il riscaldamento degli ambienti.

Risparmi che potranno essere impiegati dall’Università di Genova per il finanziamento di integrazioni tecnologiche ed impiantistiche ed in generale per ulteriori attività di ricerca sperimentale e dimostrativa.

 

Le componenti della micro rete si snodano all’interno del polo universitario. Nello specifico, vi sono tre microturbine a gas ad alta efficienza, un chiller ad assorbimento per la produzione contemporanea di elettricità, calore per il riscaldamento in inverno ed energia frigorifera per il raffrescamento in estate; una rete di teleriscaldamento; due colonnine di ricarica, due veicoli elettrici e due biciclette elettriche; tre parabole per la produzione di energia da solare a  concentrazione un impianto solare fotovoltaico; quattro quadri elettrici collegati tra loro ad anello; un sistema di accumulo elettrochimico in grado di bilanciare generazione e carichi e, se necessario, compensare gli sbilanciamenti dovuti alla variabilità della generazione da fonte rinnovabile; una dorsale di comunicazione basata su unità di raccolta dati, collocate nei quadri principali.

 

Con l’inaugurazione della nostra rete energetica intelligente si completa il primo tassello del progetto ‘Energia 2020’, un intervento ambizioso dell’Università degli Studi di Genova nell’ambito delle direttive comunitarie sull’energia sostenibile, che prevede la realizzazione presso il Campus di Savona oltre che della Smart Polygeneration Microgrid, di una “palazzina intelligente (smart building)” completamente eco-sostenibile ed automatizzata e di una serie di interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti, con l’obiettivo di disporre di una struttura universitaria all’avanguardia dal lato del risparmio energetico e del comfort lavorativo. Nel corso del prossimo biennio 2014-15 contiamo anche di rafforzare la collaborazione virtuosa università-impresa con Siemens, per consolidare presso il nostro polo ciò che è ormai diventato un importante centro di competenza nel settore dell’energia sostenibile ed intelligente, con possibili ricadute formative per i nostri studenti.

 

Credo fortemente che sul tracciato prospettico appena delineato il percorso vada fatto in due: Comune di Savona ed Università. L’Università può mettere a disposizione le esperienze e le competenze sviluppate in questi anni, anche grazie alla realizzazione delle infrastrutture di ricerca appena descritte, senza dubbio uniche nel panorama internazionale, il Comune può prestarsi alla sperimentazione secondo il nuovo paradigma della smart city, ossia della Città che offre una nuova modalità di interazione tra cittadini ed Amministrazione, secondo le logiche della partecipazione e della condivisione delle scelte, ma anche della Città che sa far evolvere le sue infrastrutture energetiche, di trasporto, di comunicazione, di gestione ambientale nella direzione dell’aumento della qualità della vita dei suoi abitanti e della facilitazione delle relazioni (lavorative, sociali) che avvengono al suo interno. Savona, per le dimensioni non troppo estese del suo territorio, per il numero di abitanti relativamente limitato che la caratterizza e per una serie di attori economici importanti che insistono nella sua area (cito, a solo titolo di esempio, il porto), si presta a diventare una città “smart” a tutti gli effetti e la programmazione europea dei prossimi 7 anni (programma Horizon 2020) può garantire opportunità di finanziamento di progetti anche molto ambiziosi, che potrebbero far nascere anche un nuovo modello di sviluppo, con auspicabili ricadute occupazionali e perfettamente integrato alla filiera turistica, un modello basato sullo sviluppo di tecnologia per applicazioni nelle città: penso ai settori della domotica, delle reti di comunicazioni, della sensoristica intelligente, dei sistemi di monitoraggio energetico ed ambientale, dei sistemi di pianificazione e controllo, degli impianti di microgenerazione.

Oggi Comune ed Università stanno già marciando insieme su progetti importanti quali la definizione del Piano Comunale di Azione per l’Energia Sostenibile (Sustainable Energy Action Plan – Covenant of Mayors, Bruxelles) ed il progetto europeo Optimus (Optimizing Energy Use in Smart Cities), volto alla riduzione dei consumi e della bolletta energetica in alcuni edifici comunali. Tu hai valorizzato e ampliato questa collaborazione costituendo l’associazione Savona Smart City, partiamo ora con progetti concreti e puntiamo in alto in termini di innovazione e sperimentazione tecnologica, credo che saremo premiati e potremo offrire migliori servizi e nuove opportunità ai nostri concittadini.


Scritto da: Federico Delfino, Delegato del Rettore dell’Università degli Studi di Genova per il funzionamento del Polo Universitario di Savona