LA MIA INTERVISTA SUL SECOLO XIX DI OGGI

22 dicembre 2014
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LA MIA INTERVISTA SUL SECOLO XIX DI OGGI 22 Dicembre 2014 di Mario DeFazio

 

La sfida è duplice. E riguarda un presente fatto di regionali al veleno e un futuro in cui ci saranno comunali in cui si rischia di arrivare divisi in bande. E per fortuna che non era ancora intervenuto sulle primarie. Il vicesindaco di Savona, Livio Di Tullio, non le manda certo a dire.

Critica in maniera durissima la gestione del rapporto tra sanità e politica portata avanti dall’attuale gruppo dirigente regionale, e in particolar modo dal capogruppo Nino Miceli. Attacca quei primari del San Paolo che lavorano per la «conservare lo status quo». Arriva a chiedere conto delle voci che vorrebbero il primario Marco Bertolotto,ex presidente della Provincia e paitiano di ferro, come possibile sostituto di Flavio Neirotti alla guida dell’Asl 2. E se sui veleni interni alla giunta difende il lavoro del Comune, sul suo possibile futuro da sindaco di Savona dà una risposta che spiazza: “Servono le primarie”.

Vicesindaco, le primarie si avvicinano ma il clima nel Pd è molto teso. Si stanno creando spaccature insanabili ?

“Il clima negativo è frutto del fatto che in troppi, dentro il Pd, danno per scontato la vittoria. Sul fronte dell’amministrazione uscente mi aspetterei che si dicessero le cose positive fatte e i cambiamenti che si ha in mente di fare. Non vedo e non sento questa cosa. Anzi. Su alcuni temi, come la sanità, mi pare che ci siano arretramenti piuttosto evidenti e altre cose che non rispondono alle esigenze dei Cittadini”

A quali episodi allude?

“Per esempio mi riferisco al fatto che l’assessore Montaldo, pochi giorni fa, ha votato in maniera diversa rispetto al gruppo Pd che ha deciso di consentire ai primari di lavorare anche per la sanità privata e ha fatto bene : In quale azienda si consente ai Dirigenti di lavorare per la concorrenza? Poi c’è una questione più locale.”

Quale?

“Ho letto l’intervista di Miceli al Secolo XIX : dice che va tutto bene, poi parla di pazienti oncologici costretti a viaggiare da Albenga a Savona: in un contesto elettorale bisognerebbe avere il buon gusto di fare altri esempi, visto che si tratta di persone in stato di sofferenza. Ma ciò dimostra che non va tutto bene : se i malati devono farsi quaranta chilometri come pendolari del dolore qualcosa non va e deriva dal fatto che per mantenere lo status quo non si è mai affrontato seriamente il tema. Mi dispiace dirlo, perché è una persona che stimo, ma Miceli è uno dei principali responsabili”

C’è il rischio che la sanità sia usata come un terreno di battaglia politica dove creare truppe più o meno schierate?

“Mi pare esattamente questo il problema. Anziché preoccuparsi di far funzionare al meglio la sanità e di andare a cercare i migliori sistemi e le migliori persone possibili nei posti chiave, come nei ruoli di direttore generale, direttore sanitario e primari, siamo a una continua ricerca di natura politica. È piuttosto triste”.

Sta dicendo che già si pensa alle poltrone da occupare dopo le elezioni?

“So che girano voci di questa natura. So per certo che Nino Miceli le smentirà ma è bene fare chiarezza. Da mesi ormai gira voce che un valente professionista come Marco Bertolotto debba sostituire Neirotti come direttore generale dell’Asl 2. Io non ci credo però mi piacerebbe che si smentisse perché davvero c’è il rischio di inquinare tutto. La sanità è un argomento troppo importante per i cittadini. Miceli ha l’ambizione di giocare un ruolo futuro in Regione: non ho nulla in contrario, anzi mi farebbe piacere. Però penso che su questi argomenti bisognerebbe fare estrema chiarezza altrimenti negli ospedali i medici, e i primari in particolare, possono pensare sia più importante stare da una parte politica che curare bene gli ammalati”

I veleni delle primarie però arrivano fino a palazzo Sisto. Cosa pensa della possibile sostituzione dell’assessore Martino?

“Una premessa: come assessore sono nominato dal sindaco che, anche senza motivazioni, può chiedermi di farmi da parte o di assumere altri incarichi. Deve esserci misura per evitare che l’aspra competizione delle primarie possa inquinare la vita amministrativa del Comune. Siamo lì per fare gli interessi della città e non per parteggiare per uno o per un altro. Questa giunta, compreso Martino, ha lavorato bene e non mi pare ci sia la necessità di cambiamenti. Però non lo decide Miceli o il Pd, ma il Sindaco.”

Sulle candidature rischia di consumarsi un altro strappo nel Pd?

“Ne parleremo dopo le primarie. Comunque vada e chiunque vinca, sono convinto che il capoluogo debba esprimere un ruolo di assessore. Mi pare necessario perché c’è stata un’eccessiva distanza su alcuni temi caldi della nostra città. C’è la necessità di rappresentare in Consiglio regionale una parte della provincia che ha tradizionalmente legami economici forti, cioè il Savonese e la Valbormida, e un’altra che è il comprensorio di Albenga. Vedremo.”

Che giudizio dà del lavoro della Regione?

“Su alcune cose abbiamo lavorato bene ma ci sono stati momenti di dissenso molto forte: sulla portualità, ad esempio. Altro tema, ripeto, è la sanità: con una politica fatta in questo modo il San Paolo è la struttura più penalizzata, pur offrendo il maggior numero di prestazioni. Non mi è sembrata al centro del dibattito e credo anche per la responsabilità di qualche primario savonese . O c’è un progetto complessivo oppure noi difenderemo il San Paolo con le unghie e con i denti. Ospedale che funziona bene grazie all’abnegazione degli infermieri e dei medici.”

Lei sostiene Cofferati ma è sembrato mantenere una posizione più distante rispetto allo scontro in atto. È così?

“Sto prima di tutto con mia città e poi con il Pd e il centrosinistra. Sosterrò Cofferati perché in questa regione chi è al potere si è convertito a Renzi senza fare come Renzi e però poi mi spiega che non c’è bisogno di un cambiamento. E perché mi auguro che Berruti, che è decisamente una spanna sopra agli altri, possa essere un protagonista del cambiamento. Poi chiunque vinca avrà il mio sostegno. L’importante è sfruttare una occasione democratica andando a votare alle primarie. Non possiamo continuare in eterno con guerre interne. E sono solito parlare bene del mio candidato, non male dell’altro.”

Molti vedono in lei il naturale candidato a sindaco di Savona. Si faranno le primarie per la scelta del candidato?

“Finisco nel 2016 e credo che per il futuro non ci sia nulla di scontato per tutti i protagonisti, compreso me. In una situazione di crisi pesantissima la nostra città sta tenendo, sta costruendo un cambiamento ed è necessario che tutte le persone si sentano coinvolte nel futuro. La modernità del passato ci ha diviso, e l’intervista di Ruggeri di qualche giorno fa sull’urbanistica oltre a contenere inesattezze ne è la prova. Nessuna polemica ma quel tipo di modernità ha diviso la città. Per me l’importante è che non si torni al passato ma si continui a costruire un futuro che ci unisca. Quanto al Sindaco: uno c’è e bisogna dare una mano poi vedremo chi si proporrà: non è importante cosa faccio io ma che si mantengano i nostri obiettivi. E dovremo fare, anche se non lo decido certo io, le primarie anche a Savona.
La nostra esperienza è stata bella ed importante ed è sempre aperta a tutti e a nuove idee. E’ sbagliato chiudersi per la Regione, lo sarebbe anche per il Comune.”